Ogni giorno leggiamo di naufragi nel mare prospiciente le coste turche o quelle italiane.
I contrabbandieri turchi o libici continuano ad arricchirsi.
I Governi balcanici e quello austriaco chiudono le frontiere.
Ankara utilizza i poveri fuggiaschi come arma d’ignobile ricatto onde strappare all’Unione Europea ancora aiuti pecuniari e l’adesione alla Comunità Europea forse promessa a quattrocchi dall’ ineffabile Cancelliere in occasione della sua visita nella capitale turca.
Tempo fa scrivemmo che stava arrivando, a causa dei flussi dei profughi, la “finis Europae”.
Fummo facili profeti?
Ci auguriamo di sbagliarci ma occorre agire e non trastullarsi in una serie di sterili “vertici” se non si vuole il crollo della costruzione europea ed altre vittime innocenti.
Il costo di una spedizione in Libia e di un rafforzamento della tregua in Siria è inferiore -a conti fatti – alla catastrofe che si sta delineando.
Speriamo che trovi attuazione l’esortazione ciceroniana:”In duobus malis, cum fugiendum maius sit, levius est eligendum” (=Tra i due mali , quando vi sia modo di scansare il maggiore ,si deve scegliere il minore”,v. “De offic.”,1,35).
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