Nel mentre, a quarant’anni dalla morte (2 novembre 1975), gli incolti lo esaltano!
Scrittore mediocre, e sfido chiunque a leggere oggi i suoi libri oltre le prime pagine.
Regista affannato e discontinuo. Sostanzialmente incolto e rozzo.
Polemista invero di qualche pregio. Molestatore e ‘inchiappettatore’ di ragazzini.
Questo – al di là della retorica e aborrendo di ricavare profitto alcuno dall’incensarlo come è sempre accaduto e oggi accade ai mille suoi glorificatori – in poche parole, Pier Paolo Pasolini.
Ed è possibile guardando alla sua vicenda ‘politica’ rendersi definitivamente conto della rovinosa decadenza della sinistra.
Il Partito Comunista l’aveva espulso per indegnità.
La melassa, la poltiglia ideologica che da decenni e ognor viepiù domina in quel campo, ai giorni nostri incontrastata, lo ha acclamato e lo esalta.
Gente seria, una volta. Plebaglia, racaille, oggi!
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