L’agenda Monti segna una forte discontinuità innanzitutto nel metodo della politica. Il programma di governo, spesso considerato in precedenza un mero adempimento formale da dimenticare dopo le elezioni, diventa la a chiave di volta per la costruzione di un’aggregazione di forze il più omogenee possibile.
La novità è anche nei contenuti. In qualche modo l’agenda rappresenta un salto di qualità anche rispetto a quello che il governo Monti ha già fatto o non ha ancora fatto. Si intravede la riduzione della pressione fiscale e si punta sulla crescita, grazie a ricette fondate sul mercato e sul merito.
Ricette che ai liberali piacciono e di cui il Paese ha bisogno. E’ un’agenda aperta e ci piacerebbe vedere rafforzato un disegno di riduzione del peso dello Stato nell’economia, con un forte taglio della spesa pubblica e la sottrazione al controllo dello Stato di una serie di servizi da affidare al privato in concorrenza.
Invitiamo i lettori di Cartalibera a leggere l’agenda Monti e a segnalarci i loro suggerimenti.
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