Nei giorni scorsi, in viaggio per Roma, incrocio un importante ex sindacalista, ora autorevole membro del nostro Parlamento.
Ne approfitto per parlare della misteriosa legge sul lavoro da poco approvata per cercare di saperne qualcosa di più e confrontarmi con uno che da decenni lavora su accordi, contratti e leggi col mondo dell’impresa.
L’affermazione “vedremo come funzionerà” e “ sembrerebbe che…. “ è ricorrente. Cioè su una materia così essenziale anche lui, come una infinità di parlamentari che hanno votato, non si sa bene cosa e con quali enormi margini di incertezze. Andiamo bene. Ed io che speravo di ritornare in azienda e dire “ guardate che su questi punti la legge dice questo e quest’altro…. “.
Affronto allora il problema delle cessazione del rapporto di lavoro ad iniziativa dell’azienda. Apriti cielo ! Neanche parlarne. Secondo lui, le aziende non possono e non devono prendere iniziative di questo tipo. Si devono sempre far carico della persona con la quale hanno stipulato un contratto di lavoro, dimenticandosi che tutti i contratti di questo mondo hanno anche delle clausole di disdetta e cessazione.
Cerco di ricordargli cosa è una impresa, come nasce e si sviluppa, come crea occupazione e come è inesorabilmente soggetta al mercato ed alla concorrenza, ciò a vantaggio di tutti i cittadini. Il personaggio non ha alcun dubbio. Se l’azienda prende una tale iniziativa, è doveroso che il dipendente trascini l’azienda in tribunale. Amen
Con pensieri di questo tipo, a chi vien voglia di creare imprese ed occupazione in Italia ?
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