Il Governo Berlusconi domani chiude il suo ciclo.
Le colpe di ciò sono – duole dirlo – attribuibili in larga misura ai comportamenti, non troppo consoni alle funzioni ricoperte, del Premier e dal non aver egli compreso che, insistendo nel rimanere alla guida dell’Esecutivo , si precludeva la possibilità di predisporre in tempo utile la propria successione promuovendo la costituzione di un Governo che chiamammo di “decantazione” evitando in tal modo la crisi in un momento di estrema difficoltà economica. Ma di questo scrivemmo nell’articolo del 4 ottobre u.s . ospitato da questo foglio (”Squallore e scoraggiamento “). E’ quindi inutile ritornare sull’argomento dato che “cosa fatta capo ha”.
Quali sono le prospettive politiche attuali ?
La costituzione di un Governo di unità nazionale (melius-diremmo- di “salvezza nazionale”) non sembra agevol cosa. I due partiti maggiori non sono, infatti, al loro interno , concordi nel volerlo varare. La Lega e l’Italia dei Valori hanno già dichiarato che non entreranno a farne parte.
Il sostegno parlamentare – che è quello che alla fine conta – è perciò incerto.
L’opinione pubblica internazionale, le Cancellerie e – cosa che piu’ conta – i mercati finanziari sono in attesa.
Se l’Italia riuscirà a convincerli che sarà varato un nuovo Governo all’altezza ovvero in grado di adottare le dolorose scelte indispensabili a superare la crisi, che è soprattutto una crisi di credibilità,le cose potranno
mutare e rapidamente in meglio ( i fondamentali economici, a parte il debito, non sono,infatti, cattivi) altrimenti assisteremo ad un processo involutivo dagli esiti forse catastrofici .
Nei prossimi giorni si giuoca dunque questa drammatica partita.
Le formule parlamentari (Governo tecnico,Governo politico ma con una forte presenza di tecnici ) si possono trovare purché ci sia la volontà e si abbia come stella polare il detto latino con cui intitolammo
l’ultimo nostro scritto apparso su questo giornale il 4 nov.u.s. (“Salus reipublicae suprema lex esto”=La salvezza ed il benessere dello Stato sia la legge suprema ). La stessa stella che guidò i nostri padri dopo il disastro di Caporetto e che portò l’Italia alla vittoria nel primo conflitto mondiale. Ed allora il nostro paese aveva avuto oltre 500.000 morti ed era una nazione povera!
Occorre ora cercare di mettere al bando la faziosità e di remare tutti nella stessa direzione sforzandosi anche(e qu esto vale soprattutto per molti politicanti e giornalisti) di non parlare in termini disfattistici del nostro paese,cosa che ,ripresa dalla stampa estera,concorre molto piu’ di quanto si pensi ad alimentare i giudizi di scarsa affidabilità del’Italia.
Insomma nei prossimi giorni, o popolo italiano, “Qui si parrà la tua nobilitate” (Divina Commedia,Inferno, Canto II,verso 9). Che gli Dei ci siano propizi !
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