La vicenda dei rifiuti a Napoli e in Campania ha fatto il giro del mondo.
Mucchi di immondizie a fuoco nelle strade di Napoli sono apparsi anche sulle TV e sulle prime pagine dei giornali internazionali, blocchi stradali e ferroviari, risse continue: Napoli è diventata una vergogna nazionale.
Cartalibera già da qualche anno aveva denunciato questa situazione con diversi articoli e aveva chiesto le dimissioni dei responsabili locali e nazionali. Qui citiamo solo alcuni degli ultimi nostri articoli :
1) 7 nov. ’06 : “Una bugia grande come una casa. Il cosiddetto “Rinascimento napoletano “ di Bassolino è finito nel sangue e nei rifiuti”.
2) 1 luglio ’07 : “Bassolino e Jervolino, dimettetevi !!!”.
3) 11 ott. ’07 : “Pecoraro Scanio, il Ministro peggiore”.
Si dice che la colpa di tutto questo è della “camorra”. Certamente la “camorra” ha delle grosse responsabilità, ma noi crediamo che le responsabilità maggiori siano da addebitarsi agli organi istituzionali comunali, regionali e nazionali.
Non dimentichiamo che negli ultimi 30 anni, la sinistra ha governato per 22 anni, e Bassolino per gli ultimi 14 anni, sette come sindaco e 7 come presidente della regione.
Se la Jervolino e Bassolino fossero al Nord, dopo 14 anni di dominio assoluto e dopo aver lasciato le città e regione come la Napoli dei rifiuti ammucchiati per le strade per giorni e giorni, dei morti ammazzati ogni giorno, degli scippi continui, sarebbero inseguiti con forconi “bi-partisan”.
In queste responsabilità non bisogna dimenticare Pecoraro Scanio che ha sempre detto No agli inceneritori e termovalorizzatori, che si è opposto duramente al Piano presentato dal Commissario straordinario Bertolaso (costretto poi a dimettersi). D’altra parte Pecoraro Scanio ha sempre cavalcato un catastrofismo professionale e in modo demagogico, ha impostato sempre le sue battaglie politiche su istanze anti-moderne, sui NO : No alla Tav; No al carbone; No agli inceneritori e termovalorizzatori; No ai rigassificatori; No alla base di Vicenza; No al nucleare.
Secondo noi l’ex-ministro per le politiche ambientali se vuole ricuperare la credibilità perduta (sarà molto difficile, è diventato un po’ lo zimbello internazionale), deve cambiare completamente indirizzo , altrimenti, come ha scritto il responsabile nazionale di “Fareambiente”, “il disastro che ha procurato alle strategie di tutela ambientale è talmente grave che difficilmente potrà essere recuperato in tempi brevi”.