Inutile soffermarci sulle cause di questa assenza, benché proprio lo Sterpa di questa raccolta sia lì a dimostrare che l’Italia, come aveva bisogno allora di liberalismo, a maggior ragione necessiti ancora di iniezioni di Croce, Einaudi, Von Hayek, Popper, Von Mises. È infatti, il nostro, tempo di relativismo senza confini e senza certezze. Non a caso Sterpa spiega subito di voler marcare il distacco dal relativismo di questi anni inquieti e difficili, che ha reso confuso il panorama politico italiano dove le stesse “parole sinistra e destra sono ormai senza senso, caratteri di destra e di sinistra si riscontrano nell’uno e nell’altro polo politico”. Parole sante, anzi, parole liberali, se è vero come è vero che molti a sinistra proclamano addirittura il non essere mai stati comunisti (Veltroni) mentre il “centro destra, nato per affermare valori liberali, ha finito per scadere nell’essere e nel non essere”.
Questo libro mette dunque in mostra quel “qualcosa di liberale” che ha contraddistinto una lunga galleria di protagonisti e di storie della nostra politica di cui Egidio è stato, spesso, testimone, prima come giornalista attento e acuto – ricordo che Bettino Craxi ne aveva grande stima fin dai tempi, appunto, della professione, prima ancora di diventare parlamentare e ministro della Repubblica – e poi come politico tout court, sempre nel Pli e ora in Forza Italia, di cui è deputato. Mi hanno soprattutto colpito, in questa rassegna di ricordi, i tratti biografici che Sterpa dedica ad alcune figure “chiave” della lotta liberale in Italia come, ad esempio, quella di Edgardo Sogno, il leggendario Franchi della Guerra di Liberazione, “uomo di impetuosa azione, idealista e guerriero come ce n’erano nel Settecento e Ottocento, come ce ne sono stati nel nostro Risorgimento”. Anche il ricordo di Salvatore Valitutti, ministro liberale doc all’Istruzione è affettuoso e preciso: “L’uomo aveva dentro di sé forza e temperamento che ne facevano un piccolo samurai”.
Ed è all’amato, non dimenticato leader Giovanni Malagodi che Sterpa sa dedicare parole, ricordi e pagine assai penetranti, ché fu proprio Malagodi l’incarnazione di quel pensiero politico liberale minoritario nel paese ma ricco di fervore, di richiami e di rimandi internazionali. Malagodi il combattente, come lo definisce Egidio Sterpa, venne giustamente “premiato” dal Comune di Milano nel corso di una seduta ad hoc. Allora, anche Egidio era in Consiglio Comunale, come validissimo consigliere liberale. Dopo la cerimonia, e parlando con Malagodi, mi colpì il suo riferimento alla mia carica di Presidente della SugarCo, perché avevamo pubblicato anni prima una monografia politica, una delle primissime, dedicata a Karl Popper. “Bravissimi: meglio tardi che mai – mi diceva Malagodi – questa scoperta del sommo Popper. Ma anche il genio liberale di Von Mises è poco conosciuto da noi, e pensare che dovrebbe affascinare molti, come ha affascinato me, la sua memorabile parabola del Faraone”. “E qual è questa parabola?” chiesi a Malagodi. “Un lavoratore europeo dei nostri giorni – ricordava il grande Von Mises – vive in condizioni materiali più favorevoli e più confortevoli di quelle di un Faraone dell’antico Egitto”. Un genio.
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