
L’attuale Parlamento, eletto, anzi nominato dai capi dei partiti nel 2013, dopo avere approvato nel 2015, con tre inammissibili voti di fiducia, la legge elettorale denominata, con qualche contorsione di genere, “italicum”, e poi dichiarata parzialmente incostituzionale all’inizio di quest’anno, ci ha ora regalato, tanto per non smentire le sue origini e il suo incerto latino, una nuova legge elettorale, il c.d. “rosatellum-bis”, a forte odore d’incostituzionalità, sia nell’iter legislativo, perché approvata con ben otto voti su altrettante questioni di fiducia poste dal Governo, sia nel merito, perché viola gravemente tutte le norme costituzionali che presidiano il voto degli elettori, che deve essere «personale ed eguale, libero e segreto» (art. 48, comma 2, Cost.) oltre che «universale e diretto» (art. 56, comma 1, e 5, comma 1, Cost.).