Ho conosciuto Francesco Cossiga in un momento per lui particolare.
Operato a Varese, la mia città, di quando in quando, nel periodo di convalescenza, si faceva accompagnare alla libreria Pontiggia (all’epoca la migliore in terra bosina) laddove ebbi modo di parlargli e di consegnargli il mio primo libro dedicato a Piero Chiara.
Da lì, una breve conversazione su temi esclusivamente letterari.
Devo averlo colto in uno di quei momenti nei quali i farmaci antidepressivi lo annichilivano. Si vedeva dagli occhi.
Ciononpertanto, fu gentilissimo e prodigo di sè.
Il lontano evento mi è tornato alla memoria nel momento in cui all’improvviso stamattina ho pensato a quanto sarebbe interessante oggi sentire Francesco Cossiga a proposito della situazione nazionale e internazionale.
Uomo tra i più colti e preparati, capace di intuizioni straordinarie, in grado di cogliere il futuro, spiazzante, del tutto diverso dai politici ‘normali’ sui quali svettava – sono sicuro – avrebbe avuto modo di illuminarci, di darci una prospettiva.
Ecco, Cossiga – anche con i suoi sberleffi – mi manca. Credo manchi a tutti noi!
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