Il padre? Sestilio.
Lui? Non solo Indro, ma Alessandro – e sia pure – e, udite, udite, Schizogene.
Lo so, lo so, i toscani si inventano da sempre nomi improbabili e basti qui ricordare il grande Amintore Fanfani o quel tale, piovuto per caso a Varese, che si chiamava, ahilui, Arpenedro.
Ma del come e del perché Montanelli venne a nomarsi altresì, appunto, Schizogene vale la pena qui trattare.
Presto detto: Fucecchio, paese natale del Nostro, si divideva (si divide?) in due.
‘Di sopra’, i nobili.
‘Di sotto’, la gente comune.
Il padre del nascituro abitava ‘di sotto’, con grave disdoro della suocera, che viveva ‘di sopra’.
Voleva, ordinava e otteneva la suocera di far venire al mondo il bambino proprio ‘di sopra’.
Restava, però, al genitore l’incombenza di registrare l’avvenuta nascita all’anagrafe e lo fece ricavando dal nome di una deità indiana – Indira – il dipoi notissimo Indro, aggiungendo Alessandro in onore del suocero (l’amato suocero) e terminando – terzo nome – con un incredibile Schizogeno, ricavato dal greco a significare “Colui che genera polemiche”.
Il riferimento era ovviamente alla questione insorta a proposito del luogo in cui farlo nascere, ma sarà Indro in futuro al centro di continue, accesissime e per noi preziose diatribe.
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