Caro direttore,
il trascorso 3 marzo, ho indirizzato al primo cittadino di Ghemme la missiva che qui di seguito riporto:
“Signor sindaco,
consanguineo ed erede di Giovanni Alimento della Porta, marchese di Ghemme dal 1727 alla dipartita,
chiedo
che con atto formale ed evidentemente – ahimè, se me lo consente – del tutto privo di ogni e qualsiasi effetto (e men che meno giuridico) il Comune che Lei amministra mi riconosca il titolo a suo tempo appartenuto al predetto.
Mi auguro che, nel caso Ella voglia benevolmente prendere in esame la mia richiesta, Le sia possibile e gradito concedermi un appuntamento.
Acchè Lei e i consiglieri abbiate contezza della mia persona e del mio operare, allego il curriculum a me afferente.
Grato per la cortesissima attenzione, ben La saluto e mi firmo Suo
Mauro Maria Romano della Porta Rodiani Carrara di Casa Savelli
(nom de plume: Mauro della Porta Raffo)
Via Robbioni n.11
21100 Varese
Telefono 0332284792
Cellulare 3477149787
Mail mdpr@libero.it”
Ebbene: non ho avuto risposta veruna!
Non potendo io pensare ad un atto di scortesia, devo forse ritenere che a Ghemme mi abbiano preso per burlone o per matto avendo io, di contro, così agito serissimamente e in piena sanità mentale?
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