Fino ad alcuni giorni fa, tutti i leaders del centro-sinistra erano favorevoli all’organizzazione delle primarie interne con l’obiettivo di legittimare, con un voto plebiscitario, la candidatura di Prodi come candidato premier; anzi ne hanno sempre parlato in termini entusiastici come un grande fatto di democrazia sull’esempio degli Stati Uniti.
Poi si è fatta avanti la candidatura di Bertinotti, a ruota anche quelle di Di Pietro e Pecoraro Scanio. E qui sono cominciati i problemi.
Oggi dopo quello che è accaduto in Puglia, con la vittoria a sorpresa dell’On.Vendola di Rifondazione Comunista contro tutte le previsioni e aspettative dei DS, della Margherita e dello SDI, la situazione è profondamente cambiata.
I DS cominciano a riflettere sulle primarie di maggio e per non essere schiacciati vogliono che ci sia un unico candidato. Chi riconosce la leadership di Prodi non può candidarsi contro di lui.
Adesso si dice: sì alle primarie, purchè l’unico candidato sia Prodi.
Bertinotti invece risponde “A ritirarmi non ci penso.E’ vero, la democrazia comincia da due, e il secondo sono io”.
A questo punto, crediamo che Bertinotti abbia ragione.
Non si è mai visto organizzare delle primarie con un unico candidato. E’ semplicemente ridicolo.
La democrazia ha sempre dei rischi.
In conclusione, come qualcuno recentemente ha scritto: “ Se si fanno le primarie, a parte Bertinotti, perdono tutti; se non si fanno, dopo il diluvio di chiacchiere di questi mesi, sarà il ridicolo a seppellire la Gad, e siamo già sulla buona strada”.